Anche se siamo ancora in campo sperimentale, l’intelligenza artificiale è oggetto di studio in tutto il mondo per essere applicata alla Sanità.
Il settore sanitario ha ramificazioni molto estese, che vanno dalla ricerca universitaria alla farmaceutica, dalla customer experience dei cittadini-pazienti alle tecniche più avanzate per la cura delle malattie.
In questo articolo non parleremo di AI e machine learning applicati alla pratica medica, ma ci limiteremo ad ipotizzare come potrebbe cambiare il rapporto medico paziente introducendo l’intelligenza artificiale conversazionale nella sanità.
L’intelligenza artificiale applicata ai dati sanitari
In alcuni paesi, come il nostro, la Sanità è un servizio gratuito assicurato dallo Stato e legato alla ricerca delle università pubbliche, in altri, come gli USA, è gestito da compagnie private che investono ingenti capitali nelle sperimentazioni, in direzioni che devono guardare al profitto.
In entrambi i casi, si sta sperimentando l’uso dell’intelligenza artificiale per agevolare e migliorare le prestazioni sanitarie.
E’ indubbio che le aziende sanitarie, sia pubbliche che private, stiano accumulando un grande numero di dati, derivanti da prestazioni sanitarie, cartelle cliniche, analisi, interazioni varie con i pazienti etc.
L’unico modo per rendere utilizzabile una tale mole di dati è l’intelligenza artificiale con la machine learning, che possono consentire di ricavare modelli e informazioni utili per prendere decisioni cliniche più accurate e migliorare la qualità delle esperienze per gli utenti.
Coinvolgimento dei pazienti
L’Intelligenza artificiale applicata alla sanità è un concetto al centro dell’attenzione della maggior parte delle aziende farmaceutiche. I pazienti di oggi si aspettano che gli ospedali ed i fornitori di servizi sanitari forniscano loro assistenza, supporto e guida iper-personalizzati.
In Italia siamo molto lontani da questo, ma l’idea è che assistenti virtuali e chatbot possano in futuro intervenire in questo ambito, fornendo esattamente la quantità di supporto di cui i pazienti hanno bisogno. Gli strumenti di intelligenza artificiale conversazionale, come i chatbot, possono coinvolgere i pazienti durante il loro percorso di cura. Possono assicurarsi che i pazienti si attengano ai loro farmaci e consentire loro di assumere un ruolo attivo nelle decisioni che riguardano la loro assistenza sanitaria.
Capire meglio i farmaci che si assumono
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che negli USA una buona metà dei pazienti non aderisca al regime farmacologico prescritto dai loro medici.
Ciò comporta dei peggioramenti che costituiscono un onere aggiuntivo per la spesa sanitaria, se non addirittura dei ricoveri.
A volte i pazienti possono non attenersi al loro regime farmacologico perché non ricevono risposte ad alcune delle loro semplici domande.
Può trattarsi di domande relative agli effetti collaterali, al dosaggio, alle interazioni con altri farmaci o questioni simili.
Un chatbot di intelligenza artificiale conversazionale potrebbe parlare con i pazienti, chiarendo i loro dubbi.
Sperimentazioni italiane
“Sanità digitale e intelligenza artificiale: strumenti per avvicinare il servizio sanitario ai cittadini e per lo sviluppo del sistema provinciale”.
A Trento si sperimentano nuove modalità organizzative basate sull’impiego dell‘intelligenza artificiale per la Sanità, a supporto degli operatori nella pratica clinica.
Gli ambiti di sperimentazione coinvolti sono diversi: si spazia dalla cura e monitoraggio da remoto di pazienti cardiopatici cronici, allo screening per la diagnosi precoce delle problematiche dell’occhio nel contesto dell’oculistica, da diabetologia e pediatria, fino alla prevenzione, per favorire l’adozione di corretti stili di vita, e il benessere fisico e psicologico delle donne in gravidanza e delle loro famiglie.
Sperimentazioni americane
Microsoft, che ha investito in OpenAI, la società sviluppatrice di ChatGPT, ed Epic Systems, una delle più grandi società di software per la sanità d’America, hanno messo a punto un protocollo sperimentale che consente a medici e operatori sanitari di gestire tramite chatbot le risposte ai messaggi dei pazienti.
La collaborazione, scrive Microsoft sul suo blog, “è incentrata sulla fornitura di una gamma completa di soluzioni generative basate sull’intelligenza artificiale integrate per aumentare la produttività e l’assistenza ai pazienti”.
La sperimentazione è partita in alcuni ospedali americani come Uc San Diego Health, UW Health a Madison nel Wisconsin e lo Stanford Health Care.
Prospettive future
Il futuro è ciò che creiamo e, nel caso dell’intelligenza artificiale conversazionale e delle sue applicazioni nella sanità, questo futuro sembra promettente.
Il potenziale che l’IA conversazionale ha per personalizzare l’assistenza ai pazienti è vastissimo.
In futuro l’intelligenza artificiale nella Sanità alimenterà gli assistenti virtuali, che potranno analizzare grandi quantità di dati per fornire ai pazienti raccomandazioni mediche personalizzate.
I sistemi di intelligenza artificiale applicati alla sanità potranno analizzare grandi quantità di dati, come l’anamnesi e i sintomi medici, per offrire ai pazienti raccomandazioni e assistenza.
Le piattaforme di intelligenza artificiale conversazionale potranno sfruttare le capacità di NLP e di machine learning durante l’interazione con i pazienti, comprendendo appieno le domande e fornendo una risposta accurata, adatta alle esigenze specifiche del cliente.
Ovviamente in Italia siamo ancora a livelli molto sperimentali, ma l’opportunità non è affatto ignorata.
Perplessità sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale nella sanità
Le opinioni entusiastiche e/o allarmistiche sulle potenzialità e/o le conseguenze dell’uso dell’Intelligenza artificiale nella sanità si moltiplicano. Al di là della sensibilità di ognuno, che può vedere nella tecnologia un’opportunità o una minaccia, quello che è certo è l’enorme cambiamento, che è solo agli inizi.
È il nuovo paradigma di una scienza che “simula il ragionamento umano” ad aver instillato dubbi sul fatto che anche questo fenomeno NON sia sotto il controllo umano.
Non esiste una risposta sulla pericolosità reale o presunta di un’intelligenza artificiale che possa sostituirsi alle decisioni umane.
E tuttavia se le macchine possono contribuire a liberare per il medico del tempo che possa essere dedicato alla relazione col paziente, questo sarà sicuramente un vantaggio.